L’ultima notte bianca, uscito nel 2007, è uno dei migliori romanzi dello scrittore noir Alessandro Perissinotto. Quest’autore contemporaneo ha unito il giallo modernissimo ad un tocco di psicologa, e pur non perdendo la leggerezza del genere, riesce a mettere in risalto i più acuti problemi sociali.
La vicenda si svolge a Torino durante i Giochi Olimpici invernali del 2006, il che appare particolarmente attuale alla luce delle recenti Olimpiadi londinesi. Comunque questa storia ci fa tornare indietro nel tempo per svelare la vita segreta che, ignorando le gare internazionali, si nasconde nel buio e sotto la neve. Si tratta di un’esistenza che non condivide i festeggiamenti della città fiera e trionfante, ma vive le proprie euforie e la propria decadenza.
L’ex – psicologa torinese Anna Pavesi anni fa è fuggita dalla sua città natale dopo il naufragio del suo matrimonio. Ora è spinta a rientrare a Torino nel ruolo di private detective per perdersi nelle folle giubilanti, indagando sulla scomparsa di Germana, un’impiegata di una cooperativa di aiuto ai tossicodipendenti. A poco a poco Anna scopre quanto è stretto questo mondo ai margini sociali, dove la volontà di aiutare s’intreccia con la disperata fuga dalla realtà. Una ragazza senzatetto che legge libri sul marciapiede, un venditore ambulante, amici silenziosi, tossici sconosciuti, spacciatori crudeli, amanti traditi – tutti potrebbero avere la chiave per la risoluzione di questo caso informale, ma la verità è effimera come la neve, che cade dal cielo torinese.
A mio avviso, perfino uno dei più noti romanzi di Perissinotto, Al mio giudice, premiato con il Grinzane Cavour 2005, non raggiunge lo stesso livello di originalità e essenzialità che rende L’ultima notte bianca così coinvolgente e insieme profondo. Fate che questa lettura vi rubi una notte sola – ne uscirete sicuramente poco riposati, ma anche pensierosi e attenti ai suoni notturni dell’ignoto.
Lija Lascenko